INTRODUZIONE

Un tumore cerebrale è causato da una crescita di tessuto anormale nel cervello.
Il tumore può originare direttamente dal cervello (primitivo), oppure provenire  da un'altra parte del corpo (metastasi).

I tumori cerebrali primitivi possono essere classificati come benigni o maligni.

Un tumore benigno non contiene cellule cancerose e in genere, una volta asportato, non recidiva. La maggior parte dei tumori cerebrali benigni hanno margini liberi, il che significa che non invadono il tessuto circostante. Questi tumori possono, tuttavia, causare sintomi simili ai tumori maligni a causa delle loro dimensioni e della loro localizzazione. Tra i tumori benigni i meningiomi, che originano dalle meningi che avvolgono l’encefalo, sono i più frequenti, e nella maggior parte dei casi guariscono con l’asportazione chirurgica.

I tumori maligni contengono cellule cancerose. Di solito hanno una crescita rapida ed invadono il tessuto circostante. I tumori cerebrali maligni metastatizzano molto raramente in altri organi, ma frequentemente  recidivano dopo il trattamento. I gliomi maligni (III° e IV° grado) costituiscono  il 12-15% di tutti i tumori endocranici e il 50-60% dei tumori di tipo astrocitario. L’incidenza è 2-3 nuovi casi/100000/anno. La prognosi di questi tumori rimane deludente nonostante l’affinamento delle tecniche neurochirurgiche e radioterapiche.

Le metastasi cerebrali  sono tumori che nascono in altri organi e successivamente si localizzano nel cervello, trasportati dal circolo sanguigno. I tipi più comuni di cancro che metastatizzano al cervello sono il cancro polmonare, il cancro della mammella, il melanoma ed il cancro del colon. Il trattamento delle metastasi cerebrali è inquadrato nell’approccio terapeutico della neoplasia primitiva.

Clinica: la morbidità è dovuta alla sede del tumore, alla progressione e all’aumento della pressione endocranica.
I tumori cerebrali provocano segni e sintomi sia aspecifici che specifici..

Sintomi aspecifici, provocati dall’ aumento della pressione intracranica:
cefalea
nausea,
vomito.
Sintomi specifici, dovuti alla sede del tumore:
Segni di lato: emiparesi, afasia, deficit visivi, etc.
Crisi epilettiche. 
             Esordio con sintomatologia tipo stroke per emorragia intratumorale.
             Disturbi cognitivi.

 

Diagnosi: La Risonanza Magnetica Nucleare è attualmente il miglior mezzo diagnostico e dovrebbe essere il primo esame da richiedere per un paziente con segni e sintomi suggestivi di lesione espansiva endocranica. PET e SPECT sono molto utili nel follow-up.

 

 

Trattamento: Senza terapia la sopravvivenza per i pazienti con gliomi di alto grado in genere non supera i 3 mesi.
Il miglior approccio terapeutico è multidisciplinare e consiste nell’asportazione chirurgica seguita da radioterapia e chemioterapia. Con tale schema si riesce ad ottenere una sopravvivenza mediana di circa 15 mesi.
Negli ultimi anni i progressi  della genetica molecolare e della chemioterapia hanno portato ad un miglioramento della sopravvivenza  e della qualità di vita dei pazienti con gliomi di alto grado rinnovando l’interesse per la Neurooncologia.

 

PROGRAMMA DI LAVORO

Il Gruppo di Neurooncologia  dell’Azienda Ospedaliera di Perugia fornisce un’ approccio multidisciplinare  che comporta una valutazione complessiva del paziente  e dei suoi sintomi da parte di professionisti di varie specialità che hanno maturato esperienza nel trattamento dei tumori del sistema nervoso.
Il trattamento viene individualizzato per ogni paziente fornendo le cure più aggiornate e l’accesso alle nuove tecnologie e ai trials clinici più appropriati.
Il gruppo multidisciplinare è composto da neurochirurgo, oncologo medico, radioterapista oncologo, neuroradiologo, neuropatologo, medico nucleare.
Le riunioni  si tengono di regola ogni 2 settimane ed il Gruppo esamina collegialmente i nuovi casi, operati e non, attraverso l’analisi delle immagini radiologiche, del referto istologico, delle condizioni cliniche, etc. Frutto della discussione è il percorso terapeutico che viene proposto al paziente, ai familiari e al medico curante con un referto siglato dai componenti del gruppo.