C.R.O. Umbria

Alcol
Alcol
Il consumo cronico di bevande alcoliche, soprattutto se combinato con il fumo di tabacco, rappresenta un importante fattore di rischio per l’insorgenza di neoplasie maligne delle vie aeree superiori (cavo orale, orofaringe, ipofaringe, laringe), del tratto digerente superiore (esofago) e inferiore (colon retto), del fegato e della mammella.

L’Italia è un Paese in cui il consumo di bevande alcoliche, in particolare di vino, fa parte di una tradizione culturale radicata e l’assunzione moderata di alcol è una consuetudine alimentare molto diffusa. Tuttavia, negli ultimi anni si stanno diffondendo, soprattutto tra i giovani, modelli di consumo importati dai Paesi dell’Europa settentrionale che comportano notevoli variazioni nella quantità e qualità dei consumi: si sta assistendo al progressivo passaggio da un bere incentrato sul consumo di vino o bevande a bassa gradazione alcolica, a completamento dei pasti, a un bere al di fuori dei pasti e in occasioni ricreazionali, con uso di bevande ad alto contenuto alcolico e in quantità spesso eccessive.

Secondo i dati più recenti, i consumatori di bevande alcoliche sono pari all’87% tra i maschi e al 63,1% tra le femmine. In generale il consumo medio annuo pro capite di alcol è in calo fin dai primi anni Ottanta. Se però si considera soltanto la popolazione di età superiore ai 15 anni, questa tendenza sembra interrompersi negli ultimi anni, con un consumo medio pro capite di alcol puro pari a 10,45 litri nel 2003, contro i 9,2 litri del 2002 e i 9,1 litri del 2001.
Inoltre, continua nel nostro Paese la tendenza all’aumento della quota di popolazione che consuma bevande alcoliche, già rilevata a partire dal 1998. Un aumento significativo dei consumi di alcolici è stato registrato tra gli adolescenti, in particolare nelle femmine e nel Nord del Paese. Cresce così la quota di popolazione a rischio di patologie e danni correlati all’alcol.

Negli ultimi anni l’Italia ha rafforzato il sistema di servizi sociali e sanitari finalizzato a prevenzione, trattamento e riabilitazione della dipendenza da alcol. Con la Legge 125 del 2001 è stata introdotta una regolamentazione in settori non direttamente sanitari come la pubblicità, gli orari di vendita al banco, il lavoro, ecc. Nel 2004 sono stati presi in carico, presso i servizi territoriali per le dipendenze da alcol operanti nell’ambito del Ssn, 53.914 persone (41.829 maschi e 12.085 femmine), di età compresa fra i 20 e i 29 anni nel 9,8% dei casi.
 
 azioni prioritarie
·  promuovere campagne attraverso i mass media per informare sui danni prodotti dall'alcol alla salute e per promuovere il sostegno pubblico alle politiche che contrastano il danno correlato all’alcol
·  collaborare con il mondo della scuola per un programma di promozione della salute, la prevenzione del danno alcol-correlato e l’insegnamento delle abilità volte a fronteggiare le pressioni sociali al bere
·  coinvolgere e formare i Mmg, per l’identificazione precoce dei soggetti a rischio e l'intervento breve nei confronti del consumo alcolico nocivo
·  assicurare ai bevitori problematici risposte e trattamenti accessibili, efficaci, flessibili, basati su evidenze scientifiche e su una adeguata valutazione dei bisogni
·  favorire un approccio integrato che coinvolga, oltre ai servizi sanitari, i Mmg, i servizi sociali, i gruppi di autoaiuto, le istituzioni scolastiche, giudiziarie, il mondo del lavoro e le altre istituzioni interessate
·  promuovere programmi socio-sanitari che rafforzino la mobilitazione della comunità, lo sviluppo e l'azione di una leadership nella prevenzione dei problemi collegati all'alcol
·  sostenere le organizzazioni non governative nella riduzione del danno provocato dall'alcol e nell’informazione e la mobilitazione della società civile per lo sviluppo di politiche efficaci in campo alcologico
·  monitorare l' impatto dell’alcol sulla salute e valutazione dei costi e dell’ affidabilità delle politiche sociali ed economiche relative all'industria degli alcolici.