C.R.O. Umbria

Ambiente di vita
Ambiente di vita
Secondo l’Oms, l’ambiente, inteso sia in senso fisico che socioeconomico, è un fattore determinante per la salute umana accanto alle caratteristiche e ai comportamenti individuali. In particolare, dal punto di vista oncologico, sono da tenere in considerazione:
·  inquinamento atmosferico, specialmente nelle aree urbane: le sorgenti di inquinamento sono riconducibili alle emissioni da traffico, da impianti di riscaldamento nei mesi invernali, e da eventuali attività industriali. Ci sono diverse evidenze recenti sull’associazione tra inquinamento urbano da particolato fine e tumori, in particolare del polmone. Le dimensioni degli eccessi di rischio non sono grandi, ma rilevanti in termini di popolazione esposta
·  inquinamento del suolo e della catena alimentare: di particolare rilevanza sono le esposizioni a pesticidi e a sostanze chimiche persistenti come le diossine. I prodotti fitosanitari (definiti dal Decreto legislativo 194 del 1995), a seconda della classe chimica, possiedono un diverso grado di tossicità acuta e alcuni hanno mostrato sperimentalmente di produrre effetti a lungo termine, mutageni, teratogeni o cancerogeni (sarcomi dei tessuti molli, leucemie e linfomi di Hodgkin e non-Hodgkin, tumore della prostata e della mammella)
·  campi elettrici e magnetici a frequenze estremamente basse (Elf): i dati oggi disponibili fanno ipotizzare la possibilità di un incremento di rischio di insorgenza di leucemia infantile, a seguito di esposizione prolungata nel tempo, a livelli di campo magnetico superiori a 0,4 μT, anche se la natura causale di questa associazione non è stata ancora accertata. In Italia, la Legge 36 del 2001 definisce i limiti di esposizione, da non superare in nessuna circostanza, e, in base al principio di precauzione, definisce anche livelli di attenzione per minimizzare i possibili effetti a lungo termine e gli obiettivi di qualità nei confronti delle nuove installazioni, per un’ulteriore riduzione dell’esposizione
·  radiofrequenze: le conoscenze attuali sugli effetti oncogeni correlabili a questo tipo di esposizioni sono tuttora scarse e contraddittorie. Sono in corso diversi studi, sia in ambito internazionale sia in Italia
·  radiazioni ultraviolette: l’incremento dei tumori cutanei osservato negli ultimi 50 anni è da ricondurre a questo tipo di esposizione, soprattutto negli individui di razza bianca, con pelle chiara e capelli e occhi chiari
·  amianto: nonostante dal 1992 siano vietati in Italia l’estrazione, l’importazione, l’esportazione e il commercio di amianto e di materiali che lo contengono (Decreto legislativo 257), l’amianto continua a rappresentare un importante problema di sanità pubblica, nel nostro Paese come nella maggior parte di quelli dove è stato diffusamente utilizzato. Questo sia per l’entità dell’esposizione pregressa, sia per la lunga latenza tra l’esposizione e l’insorgenza dei tumori correlati (mesotelioma maligno e tumore polmonare).
 
Tra il 1992 e il 1997 sono state emanate leggi relative alle opere di manutenzione o bonifica di strutture o materiali contenenti amianto, rivolte soprattutto alla tutela dell’ambiente e della salute
·  inquinamento indoor: è influenzato sia dalla qualità dell’aria esterna sia dalle eventuali fonti di inquinamento interne agli edifici, legate ad attività umane o a fonti di emissione specifiche (fumo, insetticidi, deodoranti, colle, vernici, ecc). Altre fonti di rischio possono essere campi magnetici e radon. I rischi sono legati sia alla concentrazione degli inquinanti presenti, spesso molto bassa, sia alla durata dell’esposizione, che è generalmente elevata. In proposito sono disponibili le “Linee guida per la tutela e la promozione della salute negli ambienti confinati” (accordo tra ministero della Salute, Regioni e Province autonome, G.U. 276 del 27 novembre 2001, supplemento ordinario 252).
 
 azioni prioritarie
·  come è stato già previsto dalle normative, sviluppare una mappatura dei siti e degli edifici che consenta di definire le aree a maggior rischio e le conseguenti misure di bonifica, sia per il radon sia per l’amianto
·  estendere all’intero territorio nazionale la ricerca delle diossine e degli inquinanti persistenti in matrici alimentari di interesse per l’esposizione della popolazione (ad esempio nel pesce, che è uno degli alimenti raccomandati sul piano nutrizionale), e ottenere stime dell’andamento di queste concentrazioni, a livello nazionale e di area
·  realizzare il catasto delle sorgenti di inquinamento elettromagnetico e dei livelli di esposizioni e la valutazione della distribuzione delle esposizioni nella popolazione
·  valutare l’impatto sanitario delle misure di bonifica ambientale nelle aree industriali a elevato rischio
·  rafforzare nelle diverse istituzioni la capacità di comunicazione del rischio alla popolazione, per accrescere la consapevolezza nei confronti di esposizioni trascurate, come quella alle radiazioni ultraviolette (vedi appendice e), e di evitare fenomeni di allarmismo ingiustificato in altri casi, come quello dei campi magnetici Elf e radiofrequenze
·  ottenere la massima omogeneità e integrazione fra il settore ambientale e quello sanitario, per dare ai cittadini risposte chiare e scientificamente corrette sulla base di dati e misure ottenuti con protocolli standardizzati e concordati tra i servizi
·  prevedere le opportune interazioni con organizzazioni di volontariato e no profit con consolidata esperienza nell’ambito della prevenzione primaria